The Soul Cut #02
di Etienne Delbiaggio | 17 settembre 2025
Una delle prime azioni che il montaggio ha sviluppato per raccontare allo spettatore una storia è stata l’invenzione del taglio e del successivo accostamento di un’immagine che si collega alla precedente, o alla successiva.
Un aneddoto che si usa per spiegare una delle possibili nascite del taglio, riguarda Georges Méliès (1861-1938). Dopo aver fatto delle riprese in esterni, durante lo sviluppo della pellicola Méliès si accorse che a un certo punto l’apparecchio doveva essersi inceppato, accostando involontariamente due immagini diverse: una carrozza e un carro funebre.
Non si hanno certezze se si tratti di un fatto successo realmente o meno, quello che è interessante notare come il tagliare e accostare immagini non sembri essere nato naturalmente.
Umanizzando il montaggio
Interessante notare l’esperimento compiuto dal regista argentino Gaspar Noé con il film “Enter The Void” dove lo spettatore si trova in prima persona all’interno della testa del protagonista e segue la storia attraverso i suoi occhi. La storia segue gli ultimi attimi di vita di Oscar, un ragazzo che vive con la sorella Linda a Tokyo. Essendo uno spacciatore, durante una retata della polizia il ragazzo rimane ucciso e il resto del film prosegue sempre nella sua soggettiva da spirito che si muove attraverso gli spazi e il tempo.
Quello che rende particolarmente unico questo tipo di opera è la cura dei dettagli per regalare una reale immersione nel personaggio, specialmente nella prima parte del film dove il ragazzo è ancora in vita. Attraverso la sua soggettiva, oltre ai movimenti di camera che seguono i “reali” movimenti del corpo e le allucinazioni provocate dall’uso di stupefacenti, c’è un frequente uso dello sbattere delle palpebre.
In seguito alla morte del protagonista e della sua metamorfosi in spirito, il film procederà attraverso una soggettiva continua, una serie di falsi piani sequenza intervallati da dei flashback del passato e ad alcuni cambi di scena.
(Sopra: ritratto di Georges Méliès (1861-1938)
Ma che cosa rende gli stacchi naturali agli occhi di un essere umano?
Per rispondere a questo quesito è meglio affidarsi a Walter Murch: leggendario montatore e sound designer di film divenuti leggendari quali “Apocalypse Now”, “L'insostenibile leggerezza dell'essere” e “Il Paziente Inglese”, vincitore di tre premi oscar e autore del libro In un Batter D’occhi. Proprio in questo libro egli sostiene che la risposta risiede in due elementi che facciamo tutti i giorni: quando sogniamo e quando sbattiamo le palpebre. Teorizza che l’occhio umano sembra essere nato apposta per “rifiutare” il montaggio. Di conseguenza, i film dei fratelli Lumière o “Arca Russa” di Aleksandr Sokurov dovrebbero rappresentare quanto di più vicino alla percezione dell’occhio umano.
I sogni sono difficilmente lineari e sempre legati a un’unica soggettiva come quella dello stato di veglia, mentre il battito delle palpebre è un concetto che ha elaborato durante il montaggio del film di Coppola “La Conversazione”.
(Sopra: esempio preso da Enter the Void)
“Qualcosa da considerare, però, è la possibilità che possa esistere una parte della nostra realtà di veglia in cui effettivamente facciamo esperienza di qualcosa di simile a degli stacchi, e in cui le immagini della vita quotidiana vengono portate in una giustapposizione più ravvicinata, più discontinua, di quanto altrimenti potrebbe sembrare.
Cominciai ad avere un barlume di questa idea al mio primo lavoro di montaggio “La Conversazione” (1974) quando continuavo a notare che Gene Hackman (Harry Caul nel film) sbatteva le palpebre molto vicino al punto in cui avevo deciso di tagliare. Era interessante, ma non sapevo cosa pensare.”
(Sopra: Walter Murch)
In seguito, troverà conferma in un’intervista fatta al regista John Huston (1906-1987) pubblicata sul giornale Monitor:
“Il cinema è come il pensiero. Di tutte le arti è quella che gli si avvicina di più. Guarda quella lampada dall’altra parte della stanza. Adesso guarda di nuovo me. Guarda la lampada. Adesso torna a guardare me. Hai visto che cosa hai fatto? Hai battuto gli occhi. Quelli sono stacchi. Dopo il primo sguardo, lo sai che non c’era bisogno di fare una panoramica continua da me alla lampada, perché sai già cosa c’è in mezzo. La tua mente taglia la scena.”
Il cervello accetta questa grammatica perché non la percepisce come un elemento estraneo, essendo egli stesso in grado di ricrearla attraverso gli occhi e il movimento delle palpebre, per questo motivo riusciamo a credere possibili i tagli e i consecutivi raccordi in dei film che non cercano di rispecchiare fedelmente la realtà.
CREDITI:
Foto di Georges Méliès di Kino Lorber.
Foto di Walter Murch - Walter Murch working on Tetro in Buenos Aires (Beatrice Murch via Wikipedia)
fotogrammi “Enter the Void”, by Gaspar Noé, Fidélité Films, Wild Bunch, and BUF (BUF Compagnie). Other companies involved as co-producers or associates included Essential Filmproduktion, Les Cinémas de la Zone, Paranoid Films, and BIM Distribuzione.
citazioni estratte dal libro “In un Batter D’occhi”, di Walter Murch, pubblicato da Silman-James Press.
Mi chiamo Etienne Del Biaggio, sono montatore, animatore autodidatta e compositore di colonne sonore originali con sede a Giubiasco (Ticino, Svizzera). Diplomato in montaggio e post-produzione video presso la CISA di Locarno (2019), ho collaborato con Béla Tarr per Alma di Dino Longo Sabanovic, presentato al Festival di Locarno. Dal 2022 al 2023 sono stato lead editor di Fiumi Studios, curando documentari e corporate video per clienti come Siemens ed EOC Ticino.
Accanto al montaggio e alla musica, ho sviluppato competenze in grafica e animazione, realizzando diversi cortometraggi animati. Oltre alle passioni già citate, mi piace condividere le mie personali riflessioni sul montaggio cinematografico scrivendo sul mio blog "The Soul Cut", sperando di poter ispirare altre persone a interessarsi sull'argomento.